ALCUNE TECNICHE DI LAVORAZIONE

 

MODELLAZIONE A MANO

È certamente una delle più antiche tecniche per modellare un contenitore: ci si serve del solo ausilio delle mani. Si prepara una palla di argilla che possa essere contenuta nel palmo della mano sinistra e con il pollice della mano destra si esercita una pressione al centro di essa, fino a giungere ad un paio di centimetri dal fondo.Si comincia a premere leggermente con il pollice dall'interno del foro praticato e con l'indice e il medio dall'esterno; contemporaneamente si ruota lentamente la palla dell'argilla e si esercita una costante pressione con le dita completando il giro della palla e salendo gradualmente quasi al bordo del vaso che si lascia ancora più grosso delle pareti. Il pollice esercita una pressione verso il fondo, mentre le dita esterne premono slittando verso l'alto. Quando avrà raggiunto la durezza cuoio, si potrà rifinirlo con una stecca o un coltello; oppure quando è completamente asciutto, si potrà usare la carta vetrata.

 

TECNICA A LASTRE

L'argilla se tagliata a lastre, si presta alla costruzione di una serie di oggetti, sfruttando la possibilità che ha un foglio di argilla di essere piegato, curvato, incollato, come si potrebbe fare con un cartoncino. Se le lastre di argilla vengono lasciate asciugare fino al punto da poter essere maneggiate senza deformarsi troppo, si prestano ad essere ritagliate in varie forme e quindi incollate tra di loro con la barbottina e rinforzate con un cordoncino di argilla lungo l'attaccatura.

 

COLOMBINO

La tecnica a colombino, cioè il sistema di costruire un vaso servendosi di salamini di creta attaccati gli uni agli altri, è antichissima. È una tecnica ancora oggi in uso per la costruzione di grandi vasi (giare, orci), che raggiungono perfino l'altezza di un metro e mezzo o due. Si prepara la base del vaso con un disco di argilla dello spessore di un paio di centimetri, quindi si fa un cilindro di argilla dello spessore di 3-4 cm e della lunghezza di 30-40 cm; lo spessore, naturalmente, varia a seconda delle dimensioni del vaso che si intende costruire. Si attacca il colombino alla base già preparata e quindi si prosegue sovrapponendone altri ; si usa un po' di barbottina per legarli bene tra di loro. Si costruisce in questo modo il vaso fino all'altezza desiderata, quindi, servendosi della paletta e del supporto, si procede alla battitura. Il suppotto all' interno del vaso serve a sostenere la parete mentre la si batte leggermente con la paletta. Battendo leggermente, le superfici delle pareti del vaso cominciando dal basso verso l'alto, si vedrà ingrandire gradatamente il vaso ed assumere la forma desiderata.

 

FOGGIATURA AL TORNIO

L'uso di foggiare un vaso mediante una ruota - il cui meccanismo di movimento è modificato nel corso dei secoli - risale alla metà del IV millennio a.C.; fu impiegata per la prima volta in Mesopotamia e si diffuse in tutta l'Asia Minore; nel Il millennio fu usata dal vasai cretesi prima e da quelli greci poi, al quali, secondo la leggenda, la fece conoscere Thalos, nipote di Dedalo. Si diffuse nell'VIII sec. a.C. in Italia e da qui in tutto il bacino del Danubio. Il tornio azionato dalla forza impressa dal piede, appare più tardi e fino ad oggi non ha subito sostanziali modifiche strutturali. Il tornio fu rappresentato in diverse pitture vascolari greche.e in affreschi,e bassorilievi egizi; è così descritto in un passo dell'Iliade: "composto da una larga ruota di legno, terracotta o pietra, rotante ad un asse fissato per terra, il cui movimento veniva impresso dalle mani dell'assistente vasaio" .

 

 

Da CERAMICA VIVA di Nino Caruso Ed. HOEPLI

 


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