I MARCHI DI FABBRICA

DEI LATERIZI E DELLE ANFORE

D’EPOCA ROMANA

 

NELLA CARTA ARCHEOLOGICA: FOGLI 51 E 65 VENEZIA; QUADRANTI III E IV.

 

Luciano Rocco

Gruppo Archeologico Mino Meduaco

 

La presente Carta Archeologica si riferisce al foglio 51 – 65 (Venezia), quadranti III - IV, della Carta d’Italia, pubblicata dall’Istituto Geografico Militare e, particolarmente, alle tavolette al 25.000 III S.E. Campagna Lupia, III S.O. Legnaro, IV N.O. Piove di Sacco, IV N.E. Codevigo.

Il presente lavoro s’inserisce nel quadro più vasto di studi che il Gruppo Archeologico Mino Meduaco svolge nel territorio tra le provincie di Padova e Venezia. Esso mira a documentare, attraverso lo studio dei marchi di fabbrica, l’impatto della presenza romana in questa parte di territorio del Veneto, dove purtroppo, a causa della scarsità d’informazioni relative ai ritrovamenti, sommata anche alle reticenze scientifiche, questo contributo è limitato ad un inventario, che ci proponiamo di approfondire.

Il lavoro inizia per il G.A.M.M. nel 1990, dopo una prima fase di riproduzione fotografica dei reperti, è continuato con la comparazione documentaria, operata tramite la ricerca bibliografica ma anche con il contatto diretto con i musei archeologici di Adria, Rovigo, Venezia e con la Soprintendenza di Padova.

 

I Materiali

Il rinvenimento della maggior parte dei reperti si deve alla ricerca eseguita dal G.A.M.M. sul territorio e ai materiali recuperati in vari anni da cittadini sensibili allo studio del proprio background culturale sul territorio. Questi ultimi materiali si trovano in parte depositati nella Canonica di Lova (2), nelle Biblioteche comunali di Vigonovo (5), Fossò (1), e Campagna Lupia dove in quest’ultima è stato già eseguito un inventario da parte della Soprintendenza di Padova su 21 esemplari dei 31 esistenti. Altri (9) marchi furono censiti dal signor Pietro Zampieri su Fonti per la storia di Vigonovo, anche se purtroppo le trascrizioni sono di difficile comprensione. Altri (7) sono stati pubblicati in Escursioni Archeologiche 1909 e notizie Archeologiche dal Dott. Luigi Conton. Altri (9) sono menzionati nella tesi di laurea del Dott. Carlo Agostini, relatore il Dott. Luciano Bosio, che già nel 1966/67, prese in considerazione una parte del territorio in esame.

La quasi totalità dei materiali proviene dal territorio del comune di Campagna Lupia. Il primo elemento che traspare dallo studio è la grande varietà d’esemplari, il che fa supporre che Lova sia stata molto più di quello che tradizione e storici locali hanno tramandato finora. Certo la testimonianza di 137 marchi di fabbrica non è sufficiente per consentirci di quantificare le costruzioni presenti nel territorio, ma il dato documenta in ogni modo un uso frequente di materiale edilizio sia di probabile produzione locale, sia d’importazione, trasportato quasi sicuramente utilizzando le vie fluviali del Minor Meduacus e portuali, come Lova o le fosse interne alla stessa laguna, menzionate nelle fonti storiche. La mancanza di confronti, per molti bolli, con i territori vicini lascerebbe supporre che essi siano prodotti locali di limitata circolazione, ma la scarsità di informazioni consiglia cautela, rinviando possibili conclusioni ad un prossimo futuro. Per quanto riguarda marchi di fabbrica rinvenuti nel territorio dal G.A.M.M., ha dato la possibilità di evoluzione dai primi ritrovamenti. I ritrovamenti eseguiti sino allora erano documentati nel territorio a nord-ovest e nel perimetro perilagunare non localizzabile. In questi anni, nel corso di numerose ricognizioni da parte del nostro Gruppo, sono stati recuperati ben 71 esemplari, che lasciano sperare, una volta conclusa una ricognizione più generale sul territorio di avere un quadro più completo.

La scelta territoriale operata in questa ricerca può apparire metodologicamente poco opportuna, in quanto sarebbe più corretto analizzare la diffusione dei materiali all’interno delle divisioni territoriali, antiche; ma la ricerca è complicata sotto diversi aspetti, di cui il primo e più rilevante consiste nel fatto che in molti casi i confini degli antichi territori non sono ancora definibili con precisione, non va trascurata, poi la difficoltà di occuparsi in modo capillare di un territorio così esteso. Bisogna considerare quindi la carta di distribuzione dei siti, dove appare evidente una concentrazione di rinvenimenti nella fascia della zona perilagunare, dove il fenomeno rispecchia senz’altro la distribuzione sul territorio degli insediamenti di età romana, ma va comunque collegato anche alla poca uniformità delle notizie attualmente a nostra disposizione; alcune zone sono state infatti, indagate più accuratamente di altre, e ci sono ancora interi territori comunali non interessati da accurate indagini di superficie.

 

 

Mappa dei siti, dove sono stati ritrovati materiali fittili con marchi di fabbrica.