22 - Graffita cinquecentesca e seicentesca a punta sottile decorata a
cherubini o assimilabile
Anche in questo caso si
tratta di un sottogruppo riconducibile alla graffita cinquecentesca e seicentesca a punta sottile fortemente
caratterizzato. L’insieme è già stato descritto nella variante a motivi
vegetali da R. Mangili 144 che ne ha rapidamente illustrato la distribuzione
territoriale scandita, per gli scarti di fornace, dai ritrovamenti di Verona 145,
Minerbe 146, Legnago
147,
Montagnana 148, Este
149, Rovigo
150 e Padova
151,
mentre scarti d’uso provengono da quasi tutto il Veneto con piccole
particolarità locali come l’invetriatura monocroma esterna ed il piede a ventosa
presente sui materiali veronesi 152. Pure col piede a ventosa
153
sono i materiali provenienti da Palazzo Campanari a Rovigo - US126 e
US135 - con una collocazione cronologica concordante con quanto finora
prospettato 154 e col grande piatto col Redentore della collezione di Ca’ Marcello a Monselice datato 1599.
I tipi affini presenti ad Argenta - guarniti da analoghe cornici di bordatura,
spesso evidenziate da coppie di linee parallele, con sequenze di spirali ed
altre sparse con approssimativa precisione nel cavo 155
- appaiono, ad un esame sommario, più recenti e derivati dai
materiali in discussione, o da altri simili, per cui la datazione proposta per
essi a non oltre la metà del XVII secolo 156
risulta pienamente in
accordo con quella tradizionale 157.
Analogo discorso può essere fatto per la produzione di Montagnana ampiamente documentata da scarti di fornace spesso con bordature formate da stilizzati racemi guarniti da rozze spirali 158. L’origine è da ricercarsi nella graffita cinquecentesca a punta - cfr. ad esempio uno scarto di fornace da Treviso con un raffinato cherubino riferibile alla prima metà ¸ metà del XVI secolo 159 - e trova collegamenti con le coeve maioliche venete e, soprattutto, in quelle compendiarie romagnole, specie nel doppio serto presente come cornice su molti esemplari e di cui le sequenze di spirali e/o le piccole spirali sparse nei medaglioni rappresentano una possibile corruzione 160. Badia Polesine ha restituito in gran quantità esemplari realizzati con una punta particolarmente sottile le cui decorazioni comprendono trasandati - e talvolta misteriosi - animali in corsa e diversi ritratti e figurette con abiti seicenteschi in pose e atteggiamenti di genere 161. |
Queste ultime sembrano l’adattamento di una produzione tradizionale, e consolidata, e potrebbero essere datate ben oltre la metà del XVII secolo costituendo la testimonianza più recente del tipo a cherubini.