9 - Graffita rinascimentale canonica

La graffita rinascimentale canonica è contraddistinta dall’abbandono della lavorazione a fondo ribassato e dall’adozione generalizzata della campitura a rotella dello sfondo del medaglione con l’ornato principale 54. Tale medaglione è caratterizzato dalla presenza di una siepe a graticcio identificante uno spazio in primo piano - l’hortus conclusus - ricco d’erbe e di fiori - il prato fiorito - in cui è racchiuso e presentato all’osservatore come su di un palcoscenico un soggetto allegorico fortemente caratterizzante. S. GELICHI e S. NEPOTI 55 segnalano scarti di fornace riferibili a questo gruppo per l’Emilia-Romagna da Reggio Emilia e da Fosfondo, forse da Modena e dalla vicina Campogalliano, da Carpi, da Finale Emilia (Mo), da Bologna, Ferrara, forse da Imola, da Faenza, da Ravenna, da Cesena ed in piccola misura da Rimini.

Per il Veneto sono da segnalare Legnago, Verona, Vicenza, Padova, Castelfranco Veneto e Venezia 56, mentre risultano poco attestati i centri lombardi suffragati in gran parte solo dai materiali esaminati a suo tempo dal Baroni, e ripresi in mano da A. Perin, in cui è presente solo un esemplare da Lodi 57. Tenendo conto sia del dato stilistico, sia del dato archeologico si può sostenere che la datazione tradizionale 58 tra l’ultimo quarto del XV e la prima metà del XVI non è illogica sottolineando l’esistenza in alcuni centri, ad esempio a Padova ed a Venezia, di un nucleo di ceramiche graffite di alta qualità caratterizzate dall’abbondante presenza dell’azzurro di cobalto - diffuso sulla graffita nel Veneto solo dai primi anni del XVI secolo - in cui vengono utilizzati gli stilemi tipici della graffita rinascimentale canonica per rappresentare soggetti strettamente legati alle invenzioni della grande pittura veneta cinquecentesca. Le rare testimonianze conservate sono prive di dati di scavo, ma i legami con l’arte colta consentono di collocarle nella prima metà del XVI secolo 59 .