Cuculini ad una pigna (Particolari)




k1-03: Cucù-igrometro con termometro (scala celsius e fahrenheit
Dimensioni: cm.24x13x8 peso a pigna g.275
Note: Uomo = brutto tempo, donna = bel tempo


Le indicazioni per la taratura (tedesco, inglese, francese e spagnolo)

FINE




k1-12: Cuculino costruito nella DDR
Dimensioni: cm.22x17x6 peso a pigna g.328
Note: N
ella quinta edizione di "Hausmarchen" dei fratelli Grimm,
con il numero 187, c'è la storia della gara tra la lepre ed il riccio
.

da Wikipedia
La lepre ed il riccio
Jacob e Wilhelm Grimm

Questa storia, cari giovani ragazzi, sembra essere falsa, ma invece è proprio vera, almeno per mio nonno, da quale l'ho sentita raccontare. Una Domenica mattina quando il grano saraceno era in fiore, il sole splendeva nel cielo, il vento dell'est soffiava calorosamente sui campi di stoppia, le allodole cantavano in aria, le api ronzano tra il grano, le persone erano tutti andando nei loro abiti della domenica in chiesa, e tutte le creature erano felici, ed anche il riccio era molto felice. Se ne stava in piedi vicino alla sua porta con le braccia sui fianchi, godendo la brezza del mattino, e cantando lentamente una canzoncina, che non era né migliore né peggiore di canzoni che ricci hanno l'abitudine di cantare la Domenica mattina. Mentre cantava così a mezza voce a se stesso, improvvisamente venne in mente che, mentre la moglie era intenta a lavare e asciugare i piccoli ricci, avrebbe potuto benissimo fare una passeggiata nel campo, e vedere come crescevano le sue rape. Le rape erano, infatti, accanto a casa sua, e lui e la sua famiglia erano abituati a mangiarle. Detto fatto. Il riccio chiuse la porta di casa e si incamminò verso il campo. Stava girando intorno ad un cespuglio di  prugnolo quando incontrò la lepre che era uscita per far visita ai suoi cavoli. Quando il riccio vide la lepre, la salutò amichevole. Ma la lepre, che era spaventosamente altera, non restituì il saluto ed anzi lo apostrofò in tono sprezzante: "Cosa stai facendo qui nel campo la mattina così presto?" - "Sto facendo una passeggiata," disse il riccio. "Una passeggiata!" disse la lepre, con un sorriso. "Mi sembra che potresti utilizzare le gambe per uno scopo migliore."Questa risposta ha reso il riccio furiosamente arrabbiato, perché può sopportare qualsiasi cosa, ma non un attacco alle sue gambe, solo perché sono storte di natura. Così ora il riccio disse alla lepre, "Sembri pensare che non si possa far niente con le gambe come le mie." - "Questo è proprio quello che penso", disse la lepre. Il riccio di rimando sfidò la lepre: "Scommetto che se facciamo una gara di corsa ti batterò." - "Questo è ridicolo con le tue gambe corte!!" ha detto la lepre, "ma per parte mia io sono disposta e cosa dobbiamo scommettiamo?" - "Una luigi d'oro ed una bottiglia di brandy," disse il riccio. "Fatto", disse la lepre. "Io sono già pronta" - "No," disse il riccio, "non c'è tanta fretta sono ancora a digiuno, voglio andare a casa prima e fare una piccola colazione. Tra mezz'ora ci ritroviamo qui!. Sulla sua strada verso casa il riccio pensò, "La lepre si basa sulle sue lunghe gambe, ma io escogiterò un trucco per avere la meglio su di lei. Quando il riccio arrivò a casa, disse a sua moglie: "Moglie, vestiti in fretta che devi uscire con me. Ho fatto una scommessa con la lepre, per un luigi d'oro e una bottiglia di brandy. Devo fare una gara di corsa con lei e tu devono essere presente." - "Santo cielo, marito," la moglie gridò, "non tu sei matto come pensi di vincere la gara con la lepre??" - "Non pensarci, vestiti  e vieni con me..". Mentre ritornavano insieme al campo di gare il riccio disse alla moglie: "Ora fai attenzione a quello che sto per dire. La gara si disputerà lungo il campo. La lepre correrà dentro un solco, e io in un altro. Tutto quello che devi fare è nasconderti dentro il mio solco al traguardo e quando  la lepre arriverà alla fine del suo solco, tu devi gridare:'io sono già qui!" Arrivato alla partenza il riccio trovò la lepre pronta per cominciare la sfida. "Uno, due e tre, pronti e via!". La lepre si lanciò come un fulmine lungo il campo. Il riccio, dopo tre passi, uscì dal suo solco e si nascose. Quando la lepre arrivò al traguardo trovò la moglie del riccio che le veniva incontro gridando:"Io sono già qui!". La lepre incredula volle ripetere in senso inverso la gara e si lancio di corsa verso il nuovo traguardo. La moglie del riccio rimase tranquillamente al suo posto. Quando la lepre raggiunse il nuovo traguardo, il riccio saltò su gridando: "Io sono già qui." La lepre, riprese a correre ma dopo  settantaquattro volte e vedendo che il riccio arrivava sempre prima di lei, cadde a terra stremata e morì. Il riccio preso il luigi d'oro e la bottiglia di brandy e se ne tornò a casa con la moglie. Ecco come è accaduto che il riccio ha vinto  le gare disputate con la lepre nella brughiera Buxtehuder. Da allora nessuna lepre ebbe il coraggio di sfidare un riccio. La morale di questa storia, è che nessuno dovrebbe scherzare sull'aspetto di un altro anche se  questo è solo un riccio. In secondo luogo, un uomo dovrebbe sposarsi con una moglie della sua stessa posizione.



k1-13: Cuculino costruito nella DDR
 Dimensioni: cm.21x18x6 peso a pigna g.345
Note: Rappresentato il personaggio di Pumuckl



da Wikipedia
Pumuckl è un coboldo tedesco molto noto nei cartoni animati. È un discendente dello spirito Klabautermann.È invisibile per le persone che lo circondano eccetto per il suo amico carpentiere Eder con cui lui convive. Fu inventato da Ellis Kaut per una serie radiofonica sulla radio bavarese nel 1961. Solo nel 1965 la sua inventrice decise di scrivere una storia su di lui.Solo in seguito si iniziò a dargli una figura fisica, grazie ai disegni prima di Barbara von Johnson nel 1980 e successivamente di Brian Bagnall, che gli diede la possibilità di muoversi, cantare e saltare. In seguito divenne una famosa serie televisiva. Tre film e un musical raccontano le sue avventure. Il primo film è del 1982 e si intitola "Meister Eder und sein Pumuckl".In Germania è uno dei più popolari personaggi di intrattenimento che ha interessato diverse generazioni. Pumuckl è un diminutivo di Nepomuk, un nome tedesco anticamente diffuso nella Germania meridionale. Data la sua discendenza, ama tutto ciò che riguarda il mare, in particolare le barche a vela. Per ragioni sconosciute si è perso in Baviera dove naturalmente non vi sono navi. Non ama l'ordine e luoghi puliti e quindi spesso si rifugia in luoghi disordinati come il laboratorio del suo compare Meister Eder, con il quale ha fin dall'inizio una sincera amicizia dopo essere rimasto appiccicato ad un oggetto del falegname e perciò misticamente legato (leggi dei folletti). Il personaggio si presenta tipicamente con una folta capigliatura rossiccia, pantaloni verdi e maglia gialla. Sempre scalzo e con un naso rosso tondeggiante.


k1-14: Cuculino costruito nella DDR
 Dimensioni: cm.21x18x7 peso a pigna g.328
Note: I musicanti di Brema


da Wikipedia
I musicanti di Brema
Jacob e Wilhelm Grimmspan

Un uomo aveva un asino che lo aveva servito assiduamente per molti anni; ma ora le forze lo abbandonavano e di giorno in giorno diveniva sempre più incapace di lavorare. Allora il padrone pensò di toglierlo di mezzo, ma l'asino si accorse che non tirava buon vento, scappò e prese la via di Brema: là, pensava, avrebbe potuto fare parte della banda municipale. Dopo aver camminato un po', trovò un cane da caccia che giaceva sulla strada, ansando come uno sfinito dalla corsa. "Perché‚ soffi così?" domandò l'asino. "Ah," rispose il cane, "siccome sono vecchio e divento ogni giorno più debole e non posso più andare a caccia, il mio padrone voleva accopparmi, e allora me la sono data a gambe; ma adesso come farò a guadagnarmi il pane?" - "Sai?" disse l'asino. "Io vado a Brema a fare il musicante, vieni anche tu e fatti assumere nella banda." Il cane era d'accordo e andarono avanti. Poco dopo trovarono per strada un gatto dall'aspetto molto afflitto. "Ti è andato storto qualcosa?" domandò l'asino. "Come si fa a essere allegri se ne va di mezzo la pelle? Dato che invecchio, i miei denti si smussano e preferisco starmene a fare le fusa accanto alla stufa invece di dare la caccia ai topi, la mia padrona ha tentato di annegarmi; l'ho scampata, è vero, ma adesso è un bel pasticcio: dove andrò?" - "Vieni con noi a Brema: ti intendi di serenate, puoi entrare nella banda municipale." Il gatto acconsentì e andò con loro. Poi i tre fuggiaschi passarono davanti a un cortile; sul portone c'era il gallo del pollaio che strillava a più non posso. "Strilli da rompere i timpani," disse l'asino, "che ti piglia?" - "Ho annunciato il bel tempo," rispose il gallo, "perché‚ è il giorno in cui la Madonna ha lavato le camicine a Gesù Bambino e vuol farle asciugare; ma domani, che è festa, verranno ospiti, e la padrona di casa, senza nessuna pietà, ha detto alla cuoca che vuole mangiarmi lesso, così questa sera devo lasciarmi tagliare il collo. E io grido a squarciagola finché‚ posso." - "Macché‚ Cresta rossa," disse l'asino, "vieni piuttosto con noi, andiamo a Brema; qualcosa meglio della morte lo trovi dappertutto; tu hai una bella voce e, se faremo della musica tutti insieme, sarà una bellezza!" Al gallo piacque la proposta e se ne andarono tutti e quattro. Ma non potevano raggiungere Brema in un giorno e la sera giunsero in un bosco dove si apprestarono a passare la notte. L'asino e il cane si sdraiarono sotto un albero alto, mentre il gatto e il gallo salirono sui rami, ma il gallo volò fino in cima, dov'egli era più al sicuro. Prima di addormentarsi guardò ancora una volta in tutte le direzioni, e gli parve di vedere in lontananza una piccola luce, così gridò ai compagni che, non molto distante, doveva esserci una casa poiché‚ splendeva un lume. Allora l'asino disse: "Mettiamoci in cammino e andiamo, perché‚ qui l'alloggio è cattivo." E il cane aggiunse: "Sì, un paio d'ossa e un po' di carne mi andrebbero anche bene!" Perciò si avviarono verso la zona da cui proveniva la luce e, ben presto, la videro brillare più chiara e sempre più grande, finché‚ giunsero davanti a una casa bene illuminata dove abitavano i briganti. L'asino, che era il più alto, si avvicinò alla finestra e guardò dentro. "Cosa vedi, testa grigia?" domandò il gallo. "Cosa vedo?" rispose l'asino. "Una tavola apparecchiata con ogni ben di Dio e attorno i briganti che se la spassano." - "Farebbe proprio al caso nostro," disse il gallo. "Sì, sì; ah, se fossimo là dentro!" esclamò l'asino. Allora gli animali tennero consiglio sul modo di cacciar fuori i briganti, e alla fine trovarono il sistema. L'asino dovette appoggiarsi alla finestra con le zampe davanti, il cane saltare sul dorso dell'asino, il gatto arrampicarsi sul cane, e infine il gallo si alzò in volo e si posò sulla testa del gatto. Fatto questo, a un dato segnale incominciarono tutti insieme il loro concerto: l'asino ragliava, il cane abbaiava, il gatto miagolava e il gallo cantava; poi dalla finestra piombarono nella stanza facendo andare in pezzi i vetri. I briganti, spaventati da quell'orrendo schiamazzo, credettero che fosse entrato uno spettro e fuggirono atterriti nel bosco. I quattro compagni sedettero a tavola, si accontentarono di quello che era rimasto e mangiarono come se dovessero patir la fame per un mese. Quando ebbero finito, i quattro musicisti spensero la luce e si cercarono un posto per dormire comodamente, ciascuno secondo la propria natura. L'asino si sdraiò sul letamaio, il cane dietro la porta, il gatto sulla cenere calda del camino e il gallo si posò sulla trave maestra; e poiché‚ erano tanto stanchi per il lungo cammino, si addormentarono subito. Passata la mezzanotte, i briganti videro da lontano che in casa non ardeva più nessun lume e tutto sembrava tranquillo; allora il capo disse: "Non avremmo dovuto lasciarci impaurire" e mandò uno a ispezionare la casa. Costui trovò tutto tranquillo andò in cucina ad accendere un lume e, scambiando gli occhi sfavillanti del gatto per carboni ardenti, vi accostò uno zolfanello perché‚ prendesse fuoco. Ma il gatto se n'ebbe a male e gli saltò in faccia, sputando e graffiando. Il brigante si spaventò a morte e tentò di fuggire dalla porta sul retro, ma là era sdraiato il cane che saltò su e lo morse a una gamba; e quando attraversò dl corsa il cortile, passando davanti al letamaio, l'asino gli diede un bel calcio con la zampa di dietro; e il gallo, che si era svegliato per il baccano, strillò tutto arzillo dalla sua trave: "Chicchiricchì!" Allora il brigante tornò dal suo capo correndo a più non posso e disse: "Ah, in casa c'è un'orribile strega che mi ha soffiato addosso e mi ha graffiato la faccia con le sue unghiacce e sulla porta c'è un uomo con un coltello che mi ha ferito alla gamba; e nel cortile c'è un mostro nero che mi si è scagliato contro con una mazza di legno; e in cima al tetto il giudice gridava: 'Portatemi quel furfante!' Allora me la sono data a gambe!" Da quel giorno i briganti non si arrischiarono più a ritornare nella casa, ma i quattro musicanti di Brema ci stavano così bene che non vollero andarsene. E a chi per ultimo l'ha raccontata ancor la bocca non s'è freddata.


k1-15: Cuculino costruito nella DDR raffigurante ALF
 Dimensioni: cm.2x16x6 peso a pigna g.345

da Wikipedia: ALF
La serie, ispirata al film E.T. l'Extra-Terrestre del 1982, ha per protagonista Gordon Shumway (chiamato dalla famiglia presso cui atterra Alf, ovvero Alien Life Form), alieno di 229 anni proveniente dal pianeta Melmac dove l'erba è blu, il cielo è verde e il sole porpora. Ricoperto completamente di pelo castano, Alf va ghiotto di gatti e, nonostante l'età, la maggior parte delle volte si comporta in modo molto infantile e arrogante.
Trama: Seguendo un segnale radio Alf si schianta sul garage della famiglia Tanner che, non sapendo come comportarsi, lo accoglie e lo tiene al sicuro dalla NASA e dai propri vicini, finché i lavori per riparare l'astronave non saranno ultimati. Alf ha abbandonato il suo pianeta natale, Melmac, perché è andato incontro all'apocalisse nucleare (causata dall'accensione contemporanea da parte di tutti gli abitanti del pianeta di un asciugacapelli...) ed è convinto di essere l'unico sopravvissuto della sua specie. Diventa a questo punto un membro della famiglia Tanner, sempre tenuto nascosto, impara fin troppo bene a sopravvivere alla monotonia casalinga dedicandosi alla televisione e al cibo.
I Tanner sono la classica famiglia americana composta dal capofamiglia Willie Tanner che lavora per i servizi sociali, sua moglie Kate, la figlia maggiore adolescente Lynn e il piccolo Brian. Successivamente la famiglia Tanner si arricchirà, nell'ultima stagione, di un nuovo membro: il piccolissimo Eric.


k1-17: Cuculino costruito nella DDR
 Dimensioni: cm.21x16x6 peso a pigna g.328
Note: Rappresentato il personaggio di Mecki
scritta: Geniese die stunden = Godetevi le ore
da Wikipedia
Mecki
è un personaggio immaginario, in origine deriva da un film di marionette dei fratelli Diehl e poi come una mascotte dei cartoni animati della rivista Hörzu. Le origini di Mecki risalgono al 19° secolo, quando i fratelli Grimm hanno iniziato la loro raccolta di fiabe. Nel 1843, nella quinta edizione di "Hausmarchen" con il numero 187, appare la storia della gara tra il coniglio e il riccio.La gara tra il coniglio e il riccio è stato trasformato dai fratelli Diehl in un film muto a 16 mm. Un totale di 1.600 copie del film sono state utilizzate nelle scuole ed anche durante la seconda guerra mondiale, per intrattenere i soldati al fronte. Il film è stato molto popolare. Per sfruttare questa popolarità, i fratelli Diehl produssero cartoline della serie con il  riccio ancora senza nome. In tempi più recenti il riccio è diventato la mascotte della giovane rivista Hörzu.


k1-26: Cuculino
 Dimensioni: cm. 11x7,5x5 peso g.205
Note: Cappuccetto rosso ed il lupo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Cappuccetto Rosso è una delle fiabe europee più popolari al mondo, di cui esistono numerose varianti. Le versioni scritte più note sono quella di Charles Perrault (col titolo Le Petit Chaperon Rouge)  del 1697 e quella dei fratelli Grimm (Rotkäppchen) del 1857.
Trama comune: Cappuccetto Rosso è una bambina che deve portare un cestino di vivande alla nonna ammalata. Nel bosco incontra un lupo che con l'inganno si fa rivelare dove abita la nonna. Il lupo arriva prima di lei alla casetta, si presenta alla nonna come la nipote, si fa aprire e la divora. Cappuccetto Rosso lo trova a letto travestito da nonna e viene a sua volta divorata.
La versione di Charles Perrault: La versione scritta più antica della fiaba è Le Petit Chaperon Rouge, apparsa nella raccolta di fiabe I racconti di mamma l'oca di Charles Perrault nel 1697. La versione di Perrault è molto più breve di quella successiva dei Grimm e non contiene un lieto fine. Perrault conclude la narrazione con una spiegazione esplicita della morale: « Da questa storia si impara che i bambini, e specialmente le giovanette carine, cortesi e di buona famiglia, fanno molto male a dare ascolto agli sconosciuti; e non è cosa strana se poi il Lupo ottiene la sua cena. Dico Lupo, perché non tutti i lupi sono della stessa sorta; ce n'è un tipo dall'apparenza encomiabile, che non è rumoroso, né odioso, né arrabbiato, ma mite, servizievole e gentile, che segue le giovani ragazze per strada e fino a casa loro. Guai! a chi non sa che questi lupi gentili sono, fra tali creature, le più pericolose! » (Le Petit Chaperon Rouge, Charles Perrault, 1697)
La versione di Perrault della fiaba, incluse le conclusioni morali, fu tradotta in italiano da Collodi nel 1875 e inclusa nella sua raccolta di fiabe I racconti delle fate. Voltati in italiano, Firenze, Paggi, 1875.
La versione dei Fratelli Grimm: Nel XIX secolo, due versioni tedesche della fiaba furono raccontate ai fratelli Grimm da Jeanette Hassenpflug (1791–1860) e Marie Hassenpflug (1788–1856). I Grimm trasformarono una delle due versioni nella storia principale, e la seconda in un seguito. La prima, col titolo Rotkäppchen, fu inclusa nella prima edizione della loro raccolta Kinder-und Hausmärchen (1812). In questa versione la ragazza e sua nonna venivano salvate da un cacciatore interessato alla pelle del lupo. Nella seconda storia, Cappuccetto Rosso e sua nonna, grazie all'esperienza acquisita con il primo lupo, riuscivano a catturarne e ucciderne un altro. I Grimm continuarono a rivedere la storia nelle edizioni successive; quella meglio nota è la revisione finale, del 1857, con il taglialegna che sostituisce il cacciatore.


k1-31: Cuculino CCCP marca Majak, colorazione azzurra
 Dimensioni: cm. 23x16x11 peso g.402
Note: Dedicato in onore di Ričard Karlovič Maak
con al centro rilievo cartografico ed tutto
attorno scena forestale con orsa e cuccioli.
vedi simile al k1-46.


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Ričard Karlovič Maak o Ričard Otto Maak (in russo: Ричард Карлович Маак?; Kuressaare, 4 settembre 1825 – San Pietroburgo, 25 novembre 1886) è stato un naturalista, botanico ed esploratore russo.È famoso soprattutto per l'esplorazione dell'Estremo Oriente russo e della Siberia, in particolare delle valli dei fiumi Ussuri e Amur. Scrisse alcune delle prime descrizioni scientifiche della storia naturale della Siberia e raccolse molti campioni biologici, molti dei quali appartenenti a specie allora sconosciute.Dal punto di vista etnico Maack era un estone, ma al tempo l'impero russo controllava questo Stato. Fu membro del ramo siberiano della Società geografica russa.Studiò scienze naturali presso l'università statale di San Pietroburgo. Nel 1852 divenne professore di scienze naturali presso il ginnasio di Irkutsk, prima di diventarne direttore. Dal 1868 al 1879 fu sovrintendente di tutte le scuole della Siberia settentrionale.Negli anni 1850 intraprese numerose spedizioni in Siberia comprese quelle nelle valli dell'Amur (1855–1856) e dell'Ussuri (1859). Partecipò alla prima spedizione della Società geografica russa (1853–1855) per la descrizione dell'orografia, della geologia e della popolazione dei bacini di Viljuj e Chona.



k1-38: Cuculino Max e Moritz
 Dimensioni: cm. 16x12x6 peso g.304
Note: Costruito a Gernrode (Harz) DDR e venduto il 10/07/1981.

da Wikipedia

Max e Moritz (in tedesco: Max und Moritz) è una storia per ragazzi, scritta in versi e illustrata dall'umorista tedesco Wilhelm Busch. L'opera, che fu pubblicata il 4 aprile 1865, ha per sottotitolo "Una storia di bambini in sette scherzi" (Eine Bubengeschichte in sieben Streichen) ed è considerata antesignana dei moderni fumetti.

La storia è suddivisa in sette episodi, più un prologo ed un epilogo, e narra delle malefatte di due bambini, Max e Moritz appunto, che ordiscono crudeli scherzi a danno di innocenti personaggi, senza ritegno e senza apparente rimorso. Ma alla fine - sottolinea l'autore - il male non è uno scopo di vita, ed infatti alla fine della storia i due monelli rimangono vittime della loro stessa cattiveria: colti in flagrante dalla vittima predestinata, vengono rinchiusi in un sacco e portati dal mugnaio, dove vengono macinati e infine dati in pasto alle oche.

La storia di Busch è scritta in versi dalla rima baciata ed è decisamente permeata di humour nero. Le grottesche illustrazioni, opera dell'autore stesso, hanno contribuito non poco al successo dell'opera che ancor oggi viene apprezzata, nei paesi di lingua tedesca, come libro educativo per l'infanzia.

Nella tavola è rappresentato il terzo scherzo: .. Le birichinate di Max e Moritz proseguono a danno del sarto Böck, un uomo stimato e tranquillo che vive in una casa lungo un fiume. Dopo aver segato buona parte dell'asse che funge da ponte sul corso d'acqua, i due iniziano a provocare il sarto con grida di scherno, sapendo dell'estrema suscettibilità di quest'ultimo. Come da copione, Böck esce infuriato di casa e corre con un bastone verso Max e Moritz, ma appena messo il piede sulla passerella la stessa si spezza ed il sarto precipita nelle acque impetuose. Böck riesce a salvarsi solo aggrappandosi a due oche che lo trascinano a riva, ma una volta tornato a casa rimane in preda a forti dolori di stomaco, cosicché la moglie lo rimette in sesto passandogli il ferro da stiro caldo sulla pancia.



k1-42: Cuculino Teddy Bear
 Dimensioni: cm. 27x15x5 peso g.232
Note: All'oscillazione del pendolo muove gli occhi.
da Wikipedia

Il nome Teddy Bear deriva da un episodio accaduto al Presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt, soprannominato "Teddy", che come passatempo andava a caccia grossa. Nel 1902, durante una battuta di caccia all'orso lungo il fiume Mississippi, Roosevelt si rifiutò di sparare a un esemplare adulto di orso bruno della Louisiana. L'orso era stato braccato dai cani, ferito e legato a un albero dagli assistenti del presidente, pronto per essere ucciso. Roosevelt si indignò, dicendo che sparare a un orso in quelle condizioni non sarebbe stato sportivo ma ordinò che l'animale fosse ucciso per non farlo ulteriormente soffrire. La scelta di Roosevelt fu particolarmente apprezzata perché in quella battuta di caccia (come pare accadesse spesso al presidente) lui non riuscì poi ad abbattere nessun orso, tornandosene a casa senza alcun trofeo. La notizia giunse ai quotidiani, che soprannominarono l'orso "Teddy Bear". Il giorno successivo (il 16 novembre), il disegnatore Clifford K. Berryman pubblicò sulla prima pagina del Washington Post una vignetta che mostrava Roosevelt nell'atto di volgere le spalle all'orsetto legato con un gesto di rifiuto. La didascalia drawing the line in Mississippi" ("stabilire un confine sul Mississippi") metteva in relazione l'accaduto con una disputa territoriale in corso all'epoca fra Louisiana e lo stato del Mississippi. I lettori si innamorarono dell'orsetto della vignetta, e in seguito Berryman inserì immagini di orsetti in molti dei suoi disegni. Gradualmente, gli orsetti di Berryman divennero sempre più "piccoli, rotondi e carini", contribuendo a creare lo stereotipo dell'orsacchiotto. Il 29 dicembre, lo stesso Roosevelt scrisse a Berryman dicendo "abbiamo trovato tutti molto gradevoli i suoi disegni di orsetti".




k1-46: Cuculino CCCP marca Majak colorazione verde, giallo e azzurro.
 Dimensioni: cm. 23x16x11 peso g.402
Note: Dedicato in onore di Ričard Karlovič Maak
con al centro rilievo cartografico ed tutto
attorno scena forestale con orsa e cuccioli.
lo stesso di k1- 31

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Ričard Karlovič Maak o Ričard Otto Maak (in russo: Ричард Карлович Маак?; Kuressaare, 4 settembre 1825 – San Pietroburgo, 25 novembre 1886) è stato un naturalista, botanico ed esploratore russo.È famoso soprattutto per l'esplorazione dell'Estremo Oriente russo e della Siberia, in particolare delle valli dei fiumi Ussuri e Amur. Scrisse alcune delle prime descrizioni scientifiche della storia naturale della Siberia e raccolse molti campioni biologici, molti dei quali appartenenti a specie allora sconosciute.Dal punto di vista etnico Maack era un estone, ma al tempo l'impero russo controllava questo Stato. Fu membro del ramo siberiano della Società geografica russa.Studiò scienze naturali presso l'università statale di San Pietroburgo. Nel 1852 divenne professore di scienze naturali presso il ginnasio di Irkutsk, prima di diventarne direttore. Dal 1868 al 1879 fu sovrintendente di tutte le scuole della Siberia settentrionale.Negli anni 1850 intraprese numerose spedizioni in Siberia comprese quelle nelle valli dell'Amur (1855–1856) e dell'Ussuri (1859). Partecipò alla prima spedizione della Società geografica russa (1853–1855) per la descrizione dell'orografia, della geologia e della popolazione dei bacini di Viljuj e Chona.



k1-53: Cuculino piastra metallica
 Dimensioni: cm. 17x13x6,5 peso g.201
Note:Piastra anteriore incisa 1943 ed iniziali



Particolare del meccanismo (vista dietro).


k1-54: Cuculino cane con la lingua fuori
Dimensioni: cm. 24x17x7 peso g.411
Note: il cane muove gli occhi


Particolare del meccanismo


il movimento degli occhi.

FINE




k1-55: Cuculino due uccelli con nido  
Dimensioni: cm. 20x14x10 peso g.253


Particolare degli uccelli e del nido


Il meccanismo di fronte


e di dietro

FINE




k1-56: Cuculino piastra metallica con gatto sul tetto?  
Dimensioni: cm. 18x10,5x6 peso g.282


Particolare del personaggio?  

FINE



k1-59: Cuculino con uccellino a coronamento.  
Dimensioni: cm. 18x13x7,5 peso g.278


k1-59: Meccanismo fronte.
 

k1-59: Meccanismo retro.  

FINE




k1-60: Cuculino orsetto. 
Dimensioni: cm. 24x17x7 peso g.275


k1-60: Meccanismo retro con movimento degli occhi all'oscillare del pendolo.
 

k1-60: Particolare degli occhi al retro.  

 

k1-60: Gli occhi di fronte.
 

k1-60: Scritta al retro.  

FINE




k1-61: Cuculino con pappagallo. 
Dimensioni: cm. 18x13x10 peso g.281


k1-61: Meccanismo retro con asta per l'oscillazione del pappagallo.
 

k1-61: Particolare del pappagallo.  

FINE




k1-62: Cuculino pagliaccio. 
Dimensioni: cm. 25x15x7 peso g.420


k1-61: Meccanismo retro con asta per il movimento degli occhi.
 

k1-61: Particolare degli occhi.  


k1-61: Scritta sul meccanismo Helmut Kammerer ecc..  

FINE




k1-63: Cuculino gatto degli stivali. 
Dimensioni: cm. 26x16x7 peso g.419


k1-61: Meccanismo retro con asta per il movimento degli occhi.

FINE





k1-64: Cuculino monello Pumuckl. 
Dimensioni: cm. 26x11x7 peso g.283



k1-64: Meccanismo retro con asta per il movimento degli occhi.

FINE





k1-65: Cuculino automobilista. 
Dimensioni: cm. 26x15x6,5 peso g.420



k1-65: Meccanismo retro con asta per il movimento degli occhi.

FINE





k1-66: Cuculino cuoco. 
Dimensioni: cm. 25x15x6,5 peso g.414



Meccanismo retro con asta per il movimento degli occhi.
Si nota la sigla del costruttore: Albert Schwab Karlsruhe.

FINE





k1-67: Cuculino Biancaneve e Rosarossa. 
Dimensioni: cm. 12x8x4,5 peso g.256
da Wikipedia

Biancaneve e Rosarossa, conosciuta anche come Rosabianca e Rosarossa, Biancarosa e Rosella o Biancarosa e Rosarossa (titolo tedesco: Schneeweißchen und Rosenrot), è una fiaba germanica contenuta nella raccolta Fiabe (1812-1822) dei Fratelli Grimm. Esiste anche una variante più breve intitolata Il nano ingrato e scritta da Karoline Stahl (1776-1837), che probabilmente è la versione più antica della storia, perché non se ne conoscono altre precedenti, nemmeno orali, nonostante ne siano state raccolte molte dopo la sua pubblicazione. Biancaneve e Rosarossa erano le due figlie di una povera donna vedova che vivevano in una casa circondata da due roseti, uno di rose bianche e uno di rose rosse. Le due bambine si amavano molto ed erano buone e diligenti, anche se diverse di carattere, la prima più mite, la seconda più vivace. Accadeva spesso che si attardassero insieme nel bosco, ma la mamma non si impensieriva mai perché sapeva che non sarebbe mai accaduto loro nulla di brutto. Una volta, per esempio, svegliatesi dopo essersi addormentate nel bosco, videro accanto a loro un bel bambino dalle vesti scintillanti che le guardò e subito si addentrò fra gli alberi. Si accorsero così di aver dormito sull'orlo di un precipizio e la mamma disse che certamente quello era l'angelo che vegliava sui bambini buoni. Una sera bussò alla porta un grande orso che voleva scaldarsi al fuoco del camino e, dopo l'iniziale spavento, la mamma e le bambine lo accolsero in casa e gli pulirono la pelliccia dalla neve. Ben presto fecero amicizia e le bambine giocavano con l'orso divertite. Il mattino seguente l'orso se ne andò nel bosco, ma prese a tornare da loro ogni sera. Presto venne la primavera e l'orso disse a Biancaneve che per un po' non sarebbe tornato a far loro visita perché avrebbe dovuto difendere i suoi tesori dai cattivi nani che con il caldo dell'estate uscivano dai loro rifugi e rubavano tutto. Dopo qualche tempo la mamma mandò le figlie nel bosco a far legna. Presso un albero abbattuto videro un nano che si dibatteva perché la sua barba era rimasta impigliata nel tronco. Dopo vari tentativi di liberarlo, Biancaneve prese una forbicina dalla sua tasca e tagliò la barba del nano, il quale, ingrato e furente per essere stato privato di un pezzo così importante della sua immagine, se ne andò borbottando con il suo sacco pieno d'oro sulle spalle. Qualche tempo dopo le due fanciulle incontrarono lo stesso nano in riva a uno stagno: la sua barba era ora impigliata nella lenza con cui stava pescando un grosso pesce che lo tirava sempre di più dentro l'acqua. Di nuovo Biancaneve tirò fuori le sue forbicine e liberò il nano tagliandogli un altro pezzo di barba. Egli, sempre furioso e irriconoscente, se ne andò via con un sacco pieno di perle. Qualche giorno più tardi, mentre andavano in città a fare compere, le fanciulle si imbatterono nuovamente nel nano, che stavolta era stato catturato da una grossa aquila. Biancaneve e Rosarossa riuscirono infine a trattenerlo e a staccarlo dagli artigli dell'uccello e il nano ingrato non fece che lamentarsi per la giacca tutta lacerata, poi prese un sacco pieno di pietre preziose e se ne andò via. Sulla strada del ritorno, le fanciulle videro il nano spargere sul prato tutti i suoi tesori. Ad un tratto un grosso orso balzò fuori dalla foresta e afferrò il nano, che dibattendosi cercò di convincere la bestia a risparmiarlo e a mangiare le due bambine al posto suo. Ma l'orso non lo ascoltò, gli diede una zampata e il nano non si mosse più. Biancaneve e Rosarossa stavano per fuggire terrorizzate, quando l'orso iniziò a parlare ed esse riconobbero il loro vecchio amico, che d'improvviso si trasformò in un bel giovanetto vestito d'oro e confessò di essere il figlio del re, costretto a vagare nella foresta in forma di orso dopo essere stato stregato da quel nano cattivo che aveva rubato tutti i suoi tesori. La morte del nano aveva decretato la fine dell'incantesimo. Biancaneve sposò il principe e Rosarossa il fratello, e la madre delle due fanciulle visse con loro ancora felici per molti anni.





Particolare del frontale

FINE






k1-68: Cuculino Con Noddy. 
Dimensioni: cm. 20x14x6 peso g.275
da Wikipedia
Noddy è un personaggio immaginario creato da Enid Blyton e pubblicato in numerosi libri dal 1949 al 1963.
È uno gnomo di legno che vive da solo nella sua piccola casetta a Giocattolandia. Ha numerosi amici tra cui nel kuculino: Big Ears, l'orsa Tubby e suo figlio Master Tubby. Gli orsi Tubby abitano alla porta accanto a quella di Noddy. Il signore e la signora Tubby frequentemente ed aiutano Noddy. Sono i suoi tutori ed a volte lo trattano come se fosse un bambino. I nomi dei Tubby non sono mai menzionati, e Noddy si riferisce a loro soltanto come Mr. e Mrs. Essi hanno un figlio, Tubby, a volte chiamato Master Tubby. E' un bambino discolo, spesso disubbidisce e si mette nei guai.



Particolare del frontale



Particolare di Noddy che muove la testa.



Meccanismo davanti.



Meccanismo dietro.



Particolare della cassetta metallica.

FINE





k1-69: Cuculino con casa e pino. 
Dimensioni: cm. 12x8x5 peso g.275



Particolare del fronte.



Meccanismo dietro.



Meccanismo avanti.

FINE